Questa notte ho fatto un sogno.
Ho sognato un Paese diverso, democratico, pluralista, tollerante.
Ho sognato uomini e donne che non dovevano essere ghettizzati, picchiati, uccisi per i loro gusti sessuali, o per i loro aneliti politici o il colore della pelle.
Ho sognato una stampa davvero libera che non fosse ricattata o ricattabile dai potenti. Giornalisti che ci mettano la faccia, le gambe e il cuore nel proprio mestiere e che combattano non per dare segnali di sottomissione ai potenti ma per informare i deboli e gli oppressi esclusi dalle stanze dei bottoni.
Ho visto un futuro in cui i giovani possono costruirsi una famiglia e avere figli senza l’umiliazione di una gavetta gratuita infinita.
Ho creduto in un potere trasparente non corrotto, non colluso con la Mafia, non amico delle banche e delle aziende e ostile all’opinione pubblica e alla vera e autentica libertà di pensiero.
Ho visto uomini e donne abbandonare le proprie barriere ideologiche per superarle e costruire insieme giustizia, equità sociale, diritti di tutti.
Ho sognato poliziotti che difendevano il popolo dalle ingiustizie e che non facevano cerchio intorno alle autorità vessatrici che infestano la nostra nazione per manganellare chi aveva perso il lavoro.
Ho pianto vedendo i bambini giocare liberi e sereni proiettati in un futuro migliore di quello che è stato riservato a noi, generazione Zeta.
Con sguardo sereno respiravo un’aria pulita, non sporcata dagli affari dei termovalorizzatori regalatici dalla Camorra.
Ho visto politici pragmatici che risolvevano i problemi delle persone che credevano in loro senza tradire il mandato elettorale.
Ho visto una Costituzione su un piedistallo, protetta da una teca di vetro indistruttibile, meta di pellegrinaggio e causa di lacrime di gioia solo per il semplice fatto di essere stata scritta, meditata, interiorizzata, attuata.
Ho visto il clero, svestirsi della propria ipocrisia, mettere sandali e saio per rinunciare all’oro e alle ricchezze e aiutare davvero i diseredati della terra.
Ho visto tutto questo. Ma mi sono svegliato, passando da un sogno all’incubo del reale.
E ci sto male.