martedì 10 aprile 2018

#VeglieArtificiali, il #report dai #MercatiMuzii del 7 aprile 2018

Una grande giornata, sicuramente, un'altra bella esperienza, senza dubbio. Sabato 7 aprile 2018, l'Associazione Giovani per Pescara ha regalato a me e alla casa editrice More Nocturne Books di Carmelo Neri una grande possibilità: quella di poter parlare per quei buoni 50 minuti di futuro, realtà (virtuale e non), di progresso (cieco e smisurato alle volte) e altri mondi.

L'evento si è tenuto nei Mercati Muzii che, dopo la loro roboante riqualificazione, si presentano freschi, nuovi, belli... e soprattutto, vivi. C'era molta gente intorno a me, mi sono rivolto a occhio a una platea di almeno venticinque, forse trenta persone, più gli astanti, un po' più lontani che spero abbiano provato a seguirmi nelle mie elucubrazioni futuristiche.
Si è parlato del tempo eroso dai Social Media, croce e delizia della nostra era, della loro importanza quasi irrinunciabile, dell'immancabile Cambridge Analytica e della sua potenza di fuoco, delle macchine, nostre amiche (per ora) o nostre nemiche (un giorno, chissà). La platea si è dimostrata interessata, reattiva. Ma un punto sul quale ho avuto piacere nel soffermarmi sono state due domande specifiche domande del pubblico. La prima: "Perché scrivi e pubblichi in forma di racconti?".

Il Tempo.
Il tempo che abbiamo per fruirne, il tempo che abbiamo per meditarci sopra. Tutto è lì, in questa semplice parola. Viviamo in un mondo in cui possiamo sapere tutto, in cui possiamo esperire l'impossibile, in cui siamo tutti interconnessi.
Eppure stiamo dimenticando di dedicare l'attenzione necessaria alla lettura e alla metabolizzazione di ciò che leggiamo. So benissimo che è più facile far partire una serie tv su Netflix di dieci puntate e vedersela in un weekend (e ce ne sono di eccezionali, ben scritte e ben girate, vedi alla voce: Orphan Black) e non sto a criticare questo, perché vivo anch'io in questo universo, nell'anno del Signore 2018. Ma è importane alle volte far tacere ciò che è fuori di noi, per recuperare ciò che abbiamo dentro di più bello.
Quindi, chiudendo ed espandendo la risposta data a chi mi ha chiesto, di fronte a questa inevitabile contrazione degli spazi e dei tempi ho trovato, almeno per ora, naturale rivolgermi a tutti voi in forma di pillole. Piccole storie che, alle volte, possono nascondere concetti più sistemici.

La seconda, immediatamente successiva: "Tornerai a pubblicare romanzi? Non è forse la forma migliore per esprimere concetti che, forse, in forma di racconto sono costretti a essere sintetici?"
Forse un giorno tornerò a pubblicare romanzi. Ritengo che il romanzo in sé sia una forma principe d'espressione, speculare al racconto, ma che in passato e spero in futuro, mi ha dato modo di espandere al meglio tutti i miei universi. Per tutte queste ragioni è necessario per tutti noi riprendere in mano la clessidra e tornare a centellinare il nostro Tempo.

Grazie a tutti i partecipanti, all'Associazione Giovani per Pescara e al mio editore, alla prossima!

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