lunedì 24 agosto 2009

“Fiammiferi e altri racconti”: horror humanus est


Finalmente ho avuto la possibilità di leggere la prima raccolta ufficiale di racconti di Salinoch, amico di vecchia data e collega di penna, dal titolo “Fiammiferi e altri racconti”, edita da Zona. Il genere prediletto dall’autore è quello dell’orrore, del paradosso, dell’incubo ad occhi aperti. Infatti, da questi non ci può essere fuga dalla realtà. Non ci può essere nessuno sconto, nessuna indulgenza.

Salinoch squarcia il velo dell’incubo riversando le nostre paure più profonde nel quotidiano, nel possibile, direttamente nel rassicurante teatrino della modernità, dove crediamo, pensiamo di sentirci al sicuro, ma non lo siamo.

“Fiammiferi” mette a nudo i mostri della contemporaneità, come uno specchio infedele e malvagio che mostra del padrone non la parvenza della carne ma l’anima oscura che vi è imbrigliata all’interno. Lo stile è asciutto, leggero, le pagine scorrono velocemente per ciascuna storia.

Tanti sono i temi trattati, come la nascita, la morte, la religione, la scienza, l’infanzia, la xenofobia. La tensione è sempre molto alta e la paura è assicurata: difatti, il senso di straniamento che si prova leggendo ad esempio le storie di “Fior di Tenebra” o di “Attenti al Cane” non può essere descritto facilmente. E’ molto simile a uno shock o, se si vuole, a un pugno nello stomaco ma bisogna arrivare all’ultima riga dell’ultima pagina di ogni racconto per rendersi conto, spesso troppo tardi, che siamo stati già colpiti senza pietà.

Particolare menzione merita uno dei racconti che più mi ha rapito, dal titolo apocalittico “Tanto vale morire per l’eternità”, in cui si mescolano sapientemente schizofrenia mediatica, scientifica e sociale. Ma oltre non posso andare, di più non posso dirvi.

Non mi resta che raccomandare queste favole della non-buonanotte a tutti voi.

Chapeau.