domenica 8 aprile 2018

#Presentazione di #VeglieArtificiali al Kontrofabbrika, 6 Aprile 2018

Lo scorso venerdì, dopo aver assistito a buona parte della presentazione dell'ottimo "Libeccio" di Massimiliano Ciccone presso il Mumi di Francavilla, mi sono avviato verso Chieti, alla volta del Kontrofabbrika, un'associazione culturale viva e scalciante del territorio teatino per presentare la mia nuova raccolta di racconti Veglie Artificiali. Una realtà nuova per me, sia da fruitore che da autore.

L'atmosfera, da subito amichevole e confortevole, era dovuta innanzitutto alle due persone che gestiscono l'associazione e  che mi hanno accolto in sede: Federica e Luisa. Insieme abbiamo sistemato e organizzato la minimostra delle opere del buon FAB, in attesa che Luigi Marrone, il conduttore della serata, arrivasse per iniziare le danze alle ore 21.00.

Già intorno all'ora X sono entrate diverse persone, tutte interessante, incuriosite, di ogni età e, anche in questo momento, ho sentito il calore della loro partecipazione ancor prima di iniziare. Fumo qualche sigaretta e attendo, emozionato, in attesa che la sala si riempia un altro pochino. Poi, intorno alle 21.20, ormai giunto anche Luigi, ci siamo avviati verso gli sgabelli.
La luce era bassa, i microfoni caldi.
S'inizia.

La presentazione ha toccato temi cari tanto a me, quanto al presentatore. Ad esempio il rapporto tra la realtà e le percezioni. Il senso della prima in rapporto alle seconde. I sogni, il ciclo sonno/veglia, gli stati alterati di coscienza, la nostra evoluzione di pari passo con lo sviluppo della tecnologia, cosa siamo stati e cosa saremo grazie alla pervasività del mezzo Internet nelle nostre vite. Dell'influenza della nascente Intelligenza Artificiale e alcuni delle sue applicazioni già nei giorni nostri, ancora "limitate" nel potenziale ma già al lavoro con, per e su miliardi di vite. Infine, un tocco di esperienza personale sul concetto di precarietà che tutto questo suggerisce.

Ma la cosa che più mi ha impressionato, è stata la risposta del pubblico, educato, attento, perciò non sono mancate domande, botta e risposta, battute da ambo i lati della scena, il che mi ha reso felice, soddisfatto, più umano.

Mi è stato chiesto se dobbiamo rassegnarci, se io stesso, mi sono rassegnato.
Mi è stato chiesto se credo davvero (magari solo lo credessi NDA) che gli strumenti informatici siano usati per il controllo sociale privato e fin dove possa spingersi questo Panopticon (per dirla con Jeremy Bentham e Michel Foucault) fatto di reti neurali informatiche, agenti intelligenti, database sterminati, conservati gelosamente in server a noi inaccessibili e, infine, perché i social sono passati dall'essere uno strumento utile alle nostre vite e alla nostra conoscenza all'essere qualcosa di simile a un calderone informe. Credo di aver risposto a tutte queste domande, sperando di aver lasciato un messaggio, una traccia, un senso.

Ringrazio di cuore tutti i presenti, Luisa, Federica, Luigi perché serate così avranno sempre un posto speciale nel mio palazzo della memoria.



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